Il gruppo appartamento è una struttura abitativa che accoglie le persone che soffrono di una patologia psichiatrica.
Da un punto di vista politico-sociale, il gruppo appartamento è una risposta ai diritti di cittadinanza espressi nella legge 833 (la famosa “legge Basaglia” del 1978). E il sentirsi cittadino, su cosa potrebbe gettare le sue fondamenta se non sulla casa?
I gruppi appartamento sono quindi piccole comunità familiari, nelle quali gli ospiti sperimentano la quotidianità delle relazioni e della gestione della casa.
Prevedono l’intervento costante ma discreto degli operatori e consentono di dare risposte concrete al bisogno di autonomia e di inserimento sociale di persone in stato di difficoltà. Scopo dei gruppi appartamento è quello di offrire alle persone la possibilità di riacquistare le proprie competenze personali cercando di invertire il “processo di caduta” che ha portato alla condizione di difficoltà.E’ uno strumento terapeutico malleabile ed adattabile a varie tipologie di pazienti.
E’ essenzialmente una casa, una civile abitazione, inserita nel contesto cittadino e ospita generalmente 4-5 persone, riproducendo quello che può essere un ambiente, un clima, famigliare.
I gruppi appartamento nello specifico
La casa diviene un personalizzato spazio dell’abitare. Le regole e i ritmi di vita (orario colazione, pranzo, cena, igiene personale e degli ambienti, ecc.), inizialmente dettate dagli operatori al fine di definire i limiti entro i quali vivere una (il più possibile) sana quotidianità, gradualmente vengono fatte proprie, attraverso un processo di interiorizzazione che assolve almeno a due funzioni:
– la prima è quella di dare un contenitore/contenimento a quelle persone che, per particolare patologia psichiatrica, necessitano di confini, di un ”Io pelle” (che stabilisce il confine tra sé e l’altro e permette l’instaurarsi di relazioni);
– la seconda riguarda la metabolizzazione delle regole che da esterne diventano regole interne, per trasformarsi soggettivamente in una immagine propria di “focolare interno”.
La presenza di limiti definitori permette al gruppo appartamento di essere inteso anche come moltiplicatore delle possibili sfumature dei concetti di esistenza, co-esistenza, rispetto e libertà (ovviando il rischio che la “libertà” in assenza di regole possa gettare la persona in una dimensione esistenziale angosciante).
Il gruppo appartamento è inoltre da intendersi come un nodo di quella Rete di cura istituzionale (la Rete formale costituita dai professionisti): una rete a maglie larghe composta dagli ambulatori, gli ospedali, i medici di medicina generale.
A questi legami forti, segue anche l’attenzione per quei “legami deboli” che vanno a costituire una rete a maglie fitte: giornalaio, tabaccaio, farmacista, barista, ecc.
L’immersione nel tessuto sociale favorisce il sorgere di quei “legami deboli” che favoriscono alle persone una pluralità di modi di stare…. (legami deboli: relazioni col tabaccaio, panettiere, barista, ecc…)….qualità del quotidiano…
Con un pensiero di sintesi si può affermare che la forza espressa dal co-abitare trasforma il mal di vivere individuale in un con-vivere collettivo.
Come comporre il gruppo? Come ”combinare” tra loro le persone?
Una domanda che tende a risultare insolubile, dal momento che risulta pressoché impossibile prevedere la chimica relazionale tra gli ospiti. L’esperienza ci porta ad evidenziare l’eterogeneità come un valore aggiunto, che consente al gruppo di poter afferire ad un più vasto bacino di risorse che, se in una prima fase hanno la valenza di colmare le carenze di alcuni, in seconda battuta possono divenire un patrimonio condiviso e tramandato tra i membri del gruppo.
Le dinamiche relazionali osservabili al suo interno possono essere più stabili o caleidoscopiche con differenti sfumature: alcuni gruppi si organizzano al loro interno riproponendo relazioni che, nel rispetto dei ruoli assunti nel gruppo, riproducono un clima familiare (incluse le liti tra “fratelli” o le trasgressioni alle regole “paterne”, ecc); altri sembrano fondare la loro coesione interna sulla gestione collettiva della complessità e della fatica del quotidiano, mantenendo spazi individuali o esterni al gruppo ed interessi propri (condizione che ricorda quella della convivenza tra studenti universitari); altri fondano il principio della convivenza valorizzando la forza dello stare/essere in/un gruppo (come potrebbero fare degli amici che decidono di vivere insieme per fronteggiare difficoltà di vario tipo); ecc.
Gruppi appartamento:
– Via Talucchi 1 piano
– Via Talucchi 1 bis
– Via Talucchi 2 piano
– Via Vassalli
– Via Villa Uomini
– Via Villa Donne
– Via Aquila